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Il malocchio e le negatività

E’ possibile difendersi e liberarsene?


Rubrica di Antropologia


di Federica Di Mascio


La vita di ogni giorno è sempre ricca di eventi, a volte positivi, ma molto spesso fonte di ansia, stress e addirittura di uno stato di malessere generale. E’ importante tutelare il nostro benessere psicofisico, tenendolo il più possibile al riparo da situazioni in grado di generare in noi uno stato di negatività.

In tempi antichissimi a Roma, in Grecia o presso le popolazioni nordiche e celtiche, ad esempio, si credeva nell’esistenza di divinità preposte a stabilire e controllare il destino degli esseri umani; la dea Fortuna per i romani, le Moire ( o Parche ) per i greci, le Norne della tradizione nordica e le Fate ( dal latino fatum, cioè destino ) del mondo celtico, tutte dispensatrici di buona o cattiva sorte, e di cui era necessario propiziarsi i favori e la benevolenza. Tuttavia, sebbene fosse fondamentale ingraziarsi tali divinità per ottenere la buona sorte, altrettanto necessario era, per i nostri antenati, tenere lontana la sfortuna e chi si riteneva potesse esserne portatore.


Nel folklore popolare si tendeva generalmente a ritenere tutti gli eventi negativi non imputabili a colpe del malcapitato, come causati da interventi esterni di persone invidiose, in grado di generare col solo sguardo una forte energia negativa. Si parlava, in questo caso, di malocchio e questa credenza ha origini davvero remote e diffuse praticamente in tutto il mondo. Il timore per l’occhio malvagio, per lo “sguardo cattivo” ( così è definito il malocchio non solo in Europa, ma anche in Medio Oriente, Cina, Africa e India, per esempio ) emerge perfino nella Bibbia, poiché già l’ Antico Testamento ( Esodo 20, 17 ) esorta a “non volgere l’occhio invidioso verso il tuo prossimo”.

Anche in epoca medievale si riteneva che lo sguardo di alcuni individui potesse generare negatività e causare disgrazie, e tale credenza è arrivata pressoché intatta fino ai nostri giorni.

Il folklore popolare offre una vastissima scelta di metodi utili non solo per identificare i cosiddetti iettatori, ma anche per riconoscere se si è vittime di malocchio e come liberarsene.

Secondo la tradizione la causa principale del malocchio è l’invidia: l’astio che si prova per i successi, la fortuna e la felicità altrui, spinge l’invidioso a provare un fortissimo sentimento di rancore e rabbia, in grado di generare negatività ai danni della vittima.

Esiste poi anche un’altra categoria di persone da cui sarebbe meglio stare alla larga: i vampiri energetici. Queste persone tendono a lamentarsi sempre, ad autocommiserarsi, a manipolare e a riversare sugli altri tutta la loro insoddisfazione e, proprio come vampiri, si nutrono delle energie altrui, lasciando le vittime turbate, prive di forze e in una condizione di stress e disagio.


Ma come proteggersi da invidia e negatività e attirare a noi la tanto desiderata fortuna?

La saggezza popolare invita ad utilizzare oggetti in grado di propiziare la buona sorte, come ad esempio pietre, ossa, denti o corna di animali, erbe o piante come il quadrifoglio e l’artemisia, il ferro di cavallo, la calamita, il corno, il gobbo o la coccinella. Tutti questi oggetti possono essere considerati come degli amuleti che, pur non avendo alcun potere soprannaturale, possono comunque fungere da supporto psicologico, contribuendo ad accrescere la fiducia in se stessi e il senso di protezione e positività in coloro che ne fanno uso. Aiutano, cioè, a mantenere concentrazione, generare energia positiva ed ottenere il risultato che ci si è prefissati di raggiungere.


In conclusione, aiutiamoci pure con oggetti come questi, se ne sentiamo il bisogno, ma senza dimenticare che il ruolo principale è svolto dalla nostra mente, dai nostri pensieri e soprattutto dalla consapevolezza del nostro valore e delle nostre capacità.



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