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Il perdono: un eccellente strumento di guarigione

Rubrica di Metafisica


di Sabrina Mainolfi

Il perdono

Sappiamo che se vogliamo veramente amare, dobbiamo imparare a perdonare”

(Madre Teresa di Calcutta)


Quando si parla di perdono, la prima cosa che ci viene in mente è un’offesa ricevuta da un qualcuno e la nostra disponibilità ad essere indulgenti nei confronti di questa persona. Il perdono si riferisce a un cambiamento di atteggiamento verso un altro individuo che ci ha recato un danno fisico e/o morale. Si tratta di rimuovere i sentimenti negativi provati verso l’autore del danno e, in alcuni casi, l’aumento di emozioni e pensieri positivi che potrebbero tradursi in una riconciliazione. Le persone, dopo aver determinato razionalmente che sono state trattate in maniera ingiusta, perdonano quando abbandonano volontariamente il risentimento, e si sforzano di provare nei confronti del trasgressore compassione, generosità e amore incondizionato.


Tutto questo ci dice che è sempre un altro ad essere malvagio, e nel suo atto noi siamo i feriti, ma questo è il grande inganno che noi viviamo. Se fosse così, come potrebbe essere possibile la libertà? Saremmo schiavi di chiunque, poiché ciò che uno fa implica il nostro destino, i nostri sentimenti, la nostra disperazione e la nostra speranza.

La dimensione del perdono necessità di riconsiderare proprio il perdono da una dimensione differente (possiamo parlare di un perdono divino), si tratta di pensare che tutto ciò che accade nella nostra vita ha uno scopo preciso ed è necessario al nostro percorso evolutivo di esseri di natura divina: anche la persona più odiosa o l'evento più terribile è stato da noi "invitato" a comparire nella nostra esistenza.

Con il perdono divino si impara ad essere responsabili di se stessi, ad abbandonare le aspettative verso gli altri e a smettere di presupporre che gli altri debbano comportarsi come noi riteniamo giusto. Siamo noi i responsabili delle nostre relazioni e dello svolgersi della nostra vita ed è giusto assumercene vantaggi e svantaggi, cessando di fare le vittime: siamo noi che gestiamo gli eventi della nostra vita sulla base dei nostri schemi mentali, spesso limitanti e negativi.


Le domande da porci di fronte ad una situazione a cui vogliamo applicare il Perdono Assoluto sono:

1) Che cosa c'è di perfetto in ciò che mi sta accadendo? 2) Come si rivela tale perfezione? 3) Come posso cambiare la mia prospettiva in modo tale da riconoscere la perfezione insita in essa?


Il perdono permette di raggiungere un grado elevato di armonia interiore e di equilibrio personale; attraverso il perdono contribuiamo a creare un mondo migliore ma soprattutto impariamo ad amare noi stessi, infatti il perdono è un atto che è utile soprattutto a chi lo pratica. Mediante il perdono il peso emotivo dell’ingiustizia viene abbandonato e smette di manifestarsi come un freno nel presente: i rancori svaniscono e si libera l'altro dalla colpa, si scioglie un legame di sofferenza e si torna ad aver fiducia della vita.


E’ importante ribadire che perdonare significa lavorare sull’impatto emotivo che l’evento ha creato, mentre la memoria dell’evento in sé può rimanere in noi e rappresentare un motivo di ricordo per la propria crescita interiore.

Non dobbiamo perdonare con l'aspettativa di cambiare gli altri o che l'altro comprenda quanto siamo stati "buoni". il Perdono è un'opportunità di crescita che l'altro può cogliere o meno, ma che certamente porta dei benefici soprattutto a noi.


Ricordiamo inoltre che metabolizzare il perdono richiede del tempo, quindi alcune emozioni quali: la rabbia, la collera, il rancore hanno bisogno di essere vissute per poi essere lasciate andare.


Il perdono infine più importante è proprio quello verso noi stessi: noi meritiamo la nostra compassione e il nostro amore quando abbiamo creato un danno ad altri. Imparare ad amarsi ed accettare i propri sbagli è il primo passo per fare un passaggio evolutivo. Negare orgogliosamente i nostri errori o abbattersi disperatamente su di essi sono entrambi segni di immaturità; solo prendendo la giusta distanza dalle situazioni possiamo essere pronti a migliorarci.

Il vero perdono sarebbe quindi un rimettere completamente nelle mani di Dio gli eventi che ci hanno segnato e le persone coinvolte, poiché chi crede in una dimensione Divina dell'esistenza sa che esiste un Ordine Superiore delle cose e che nessun atto resta senza conseguenze. Rimettendo in mani Divine tutto ciò che ci accade, ed astenendoci dal giudicare sul piano umano, siamo certi della massima equità poiché la legge di causa effetto (o "legge del karma") prevede che ciascuno raccolga sempre tutto ciò che ha seminato.

Esistono alcune tecniche pratiche che ci permettono di aiutarci nella pratica del perdono:

l'Ho'oponopono il termine ha origine nelle Hawaii e nella lingua locale significa rimettere le cose al proprio posto. Abbracciare l'Ho'oponopono significa riconoscere che tutto ciò che percepiamo, vediamo, sentiamo ed osserviamo (di bello e di brutto) è stato prodotto da noi e dalla nostra energia. Si tratta di una vera e propria illuminazione che permette di eliminare il pensiero negativo e i ricordi dolorosi lavorando sul perdono e la gratitudine. Il tutto ruota introno ad un concetto universalmente accettato: “grazie, mi dispiace, perdonami, ti amo”. Confessiamo a noi stessi il male che abbiamo fatto e ci perdoniamo, noi siamo parte del tutto e in questo modo il tutto ci perdona. Si tratta di un vero e proprio mantra che deve risuonare dentro di noi.

La tecnica dello scrivere 70 volte X 7 giorni la frase: Io perdono completamente (me stessa/o, oppure la persona da perdonare). Ogni settimana deve essere dedicata ad un singolo soggetto; questa tecnica nasce da un riferimento biblico, quando Pietro pone a Gesù la domanda: "Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?". E Gesù gli risponde: "Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette" (Mt 18, 21-22).

La tecnica dello scrivere il tuo risentimento su un foglio: descrivi esattamente come ti senti e perché quella determinata azione ti ha procurato dolore e rabbia, prendi poi il foglio e brucialo.

La tecnica della “Ricapitolazione”,uno dei pilastri della pratica della “Tensegrity” di Carlos Castaneda. Lo scopo è quello di liberare l’energia rimasta intrappolata in eventi passati che ci hanno procurato dolore e quindi dove ritroveremo ancora le nostre paure, emozioni, schemi e modelli che non ci permettono di andare avanti. E’ una tecnica potentissima che giunge a noi dagli antichi veggenti Toltechi e dagli sciamani del Messico antico. E’ una tecnica che ci potenzia a livello energetico e ci libera di tutti i modelli pre-programmati, ovvero ritornare agli eventi che ci hanno creato disturbo nel passato, ricrearli e portarli al momento presente.


La pratica della Ricapitolazione è composta da alcuni passi:

  • scelgo l’evento /persona da ricapitolare;

  • ricostruisco nei dettagli l’evento, collegato al sé personale (rivedere il mio comportamento in quel determinato evento) e al se famigliare (se il nostro comportamento ricorda quello di qualcuno di famiglia);

  • vado all’evento e giro la testa da destra a sinistra con respiro spazzante (esalazione);

  • riporto la testa da sinistra a destra con una lunga inalazione e ricominciare con un nuovo evento.

Quando un vecchio modello viene a crollare, si libera la postazione per una nuova opportunità, possiamo quindi scrivere il nostro nuovo futuro. Questa tecnica è molto forte può smuovere molte emozioni.


Linee guida per il perdono:

  • dedicati a leggere testi sul perdono;

  • utilizza le tecniche sopra menzionate per ripulire la mente dai pensieri di rabbia, rancore, etc;

  • fai esercizi con piccoli affronti;

  • inizia a pensare che gli altri non sono tenuti a comportarsi come tu ti aspetti;

  • inizia a comprendere che i pensieri di risentimento possono crearti problemi di salute;

  • inizia a comprendere che il perdono ti da la possibilità di divenire padrone della tua vita e non dipendere dagli altri;

  • prendi coscienza che è la tua anima che ti ha messo in questa situazione per farti imparare e crescere;

  • renditi conto che ti arrabbi soltanto quando qualcuno risuona con quelle parti del tuo essere che hai ripudiato, negato, represso e proiettato sugli altri;

  • comprendi che l'altro non ha fatto nulla che possa essere giudicato giusto o sbagliato;

  • rinuncia ad ogni giudizio.

Chiudi dicendo io mi perdono completamente e accetto di riconoscermi come persona amorevole e generosa. Riconosco la mia appartenenza alla fonte divina e la mia vera natura di AMORE e per questo ti perdono completamente perché ho finalmente compreso che non hai fatto nulla di sbagliato e che tutto rientra nell'Ordine Divino.


A questo punto, se abbiamo ben compreso i concetti appena espressi, possiamo intuire che: il senso più autentico del Perdono Assoluto è che non c'è niente da perdonare! Ogni situazione è perfetta così com'è e ciascuno riceve esattamente ciò di cui la propria Anima ha bisogno.

"Fino a che rimaniamo nel ruolo della vittima abbiamo in mente una sola cosa; far fuori il messaggero. E così ci perdiamo il messaggio!"

(ColinTipping)


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