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Le 5 ferite dell'anima

Rubrica di Metafisica


di Sabrina Mainolfi

le 5 ferite dell'anima

Cosa sono le ferite dell’anima?

Sono delle ferite che ci portiamo dietro da altre vite e che scendono con noi proprio per ricordarci su cosa dobbiamo lavorare nella nostra vita attuale. Noi scendiamo da mondi paradisiaci per apprendere, per fare un viaggio, il viaggio dell’anima: fatto di prove e lezioni di vita. Soltanto in questa dimensione possiamo apprendere in quanto esiste la dualità, perché noi apprendiamo per opposti (ovvero per comprendere la luce dobbiamo conoscere il buio). Ognuno di noi ha un proprio viaggio, il fatto è che, quando scendiamo in questa dimensione, scende anche il velo dell’oblio e noi dimentichiamo chi siamo e il nostro viaggio.

E allora come fare a ricordare?

Le ferite dell’anima ci vengono in soccorso e le dobbiamo ringraziare per questo. Le ferite dell’anima ci vengono procurate dai nostri genitori nei primi anni della nostra vita, sono proprio i nostri genitori che abbiamo scelto nelle dimensioni superiori ad aiutarci e a farci comprendere qual è il nostro viaggio, facendo riaprire le nostre ferite e spingendoci a lavorare su noi stessi.

Ma cosa succede quando la ferita viene riaperta?

Come sai, l'ego odia il dolore, quindi si aziona immediatamente per evitarlo, poiché questo è il suo ruolo. Quindi, cosa fa l’ego per evitare il dolore causato dalla ferita dell'anima? Ogni volta che la ferita viene attivata, l’ego ci fa indossare una maschera e ci convince che non abbiamo ferite. Purtroppo, ogni volta che ci mettiamo una maschera, nascondiamo qualcosa a noi stessi e tutto questo ci provoca un profondo senso di tradimento perché non siamo fedeli ai bisogni della nostra anima. Per aiutarci, dovremmo sempre ascoltare la nostra intuizione, la voce della nostra anima. Questo processo incomincia nella nostra infanzia: quello che è naturale e istintivo per un bambino piccolo non sempre è accettato dagli adulti. Questa scoperta è molto dolorosa per noi ed è associata inizialmente alla ribellione. Alla fine, tuttavia, ci arrendiamo e creiamo una nuova personalità, indossiamo una maschera per diventare ciò che gli adulti vorrebbero che noi fossimo. Purtroppo, la maggior parte di noi rimane in questa fase, che causa rabbia e dolore.


Ma andiamo a vedere nel dettaglio queste ferite…

La ferita del rifiuto

Si attiva dal momento del concepimento fino al primo anno di vita e scatta in un bambino che si è sentito rifiutato dai genitori (principalmente dal genitore dello stesso sesso). Di conseguenza, tale persona non crede nel suo diritto di esistere. La reazione dell'ego è quella di indossare la maschera del fuggitivo, che si manifesta attraverso tutta una serie di emozioni e comportamenti tra i quali: un forte senso di colpa, un’insoddisfazione generale e una mancanza di rispetto per sé stessi, ansia, possibili dipendenze, isolamento e perfezionismo. La più grande paura per chi possiede la ferita da rifiuto è cadere in preda al panico.

La ferita dell'abbandono

Si attiva tra il primo e il terzo anno di vita in una relazione con un genitore del sesso opposto a causa della mancanza di supporto parentale sul piano emotivo. La reazione dell'ego è quella di indossare la maschera del dipendente, che si manifesta attraverso tutta una serie di emozioni e comportamenti tra i quali: la paura della solitudine, una tristezza non motivata, l’atteggiamento di vittima, problemi nel prendere decisioni e agire in modo indipendente, propensione a prendersela con gli altri. La più grande paura per chi possiede la ferita dell’abbandono è la solitudine

La ferita dell'umiliazione

Si attiva tra il primo e il terzo anno di vita in una relazione con uno dei genitori. L’umiliazione può avvenire sia da parte della madre che del padre e colpisce il diritto ad essere in un certo modo. Il bambino verrà ridicolizzato per quei comportamenti ritenuti non adeguati o apprezzati e questo gli causerà vergogna. Il bambino umiliato e svalutato sentendosi incapace, non acquisirà una stabile visione di sé, avrà sempre bisogno del giudizio dei genitori per procedere nelle proprie scelte. La reazione dell'ego è quella di indossare la maschera del masochista che si manifesta attraverso tutta una serie di emozioni e comportamenti tra i quali: fare di tutto per essere degno, aiutare gli altri pur di sentirsi adeguato, compensare le diverse esigenze con il cibo, una certa riluttanza ad ammettere la propria sensualità, la paura della punizione, il mettere i bisogni degli altri al di sopra dei propri, sentirsi spesso sciatto, sporco o indegno. La più grande paura per chi possiede la ferita dell’umiliazione è la libertà.

La ferita del tradimento

Si verifica tra il secondo e il quarto anno di vita in una relazione con il genitore del sesso opposto a causa della perdita di fiducia per promesse non mantenute, bugie o segni di debolezza. La reazione dell'ego è quella di indossare la maschera del controllore che si manifesta attraverso tutta una serie di emozioni e comportamenti tra i quali: imporre la propria volontà e il proprio punto di vista agli altri, dimostrare la propria forza, una costante necessità di migliorare, lottare per onori e titoli, la necessità di essere speciali e importanti, la mancanza di tolleranza per le menzogne degli altri, l’applicazione di rigore, manipolazione e controllo, la mancanza di tolleranza e impazienza, una tendenza a offendere, la mancanza di fiducia nel sesso opposto. La più grande paura per chi possiede la ferita da tradimento è la dissociazione, la separazione e il rinnegamento.

La ferita dell'ingiustizia

Si verifica tra i quattro e i sei anni in una relazione con il genitore dello stesso sesso che ha difficoltà ad esprimere il suo amore, risulta molto freddo e pretende la perfezione.

La reazione dell'ego è quella di indossare la maschera del rigido, che si manifesta attraverso tutta una serie di emozioni e comportamenti tra i quali: non sentirsi apprezzati, ritenere di non ricevere quanto si merita, essere molto esigenti verso se stessi e non chiedere aiuto. Chi ha questa ferita vuole nascondere agli altri i propri sentimenti. Sempre alla ricerca della giustizia, vuole meritarsi quello che riceve. Quando il rigido si commuove non vuole darlo a vedere. La più grande paura per chi possiede la ferita dell’ingiustizia è quella di sbagliare.

Come puoi guarire le tue ferite?

Devi prendere coscienza della ferita e accettarla. Osserva la tua ferita invece di lasciarti dominare dalla maschera dell'ego. Guarda il dolore e lasciati essere solo umano. Per riconoscere la tua ferita, è anche utile ricordare che non accettiamo negli altri ciò che non vogliamo vedere in noi stessi. Dovresti infine perdonare coloro che hanno attivato questa ferita in te, i tuoi genitori e poi perdonare te stesso.


Per approfondimenti:

LISE BOURBEAU "Le cinque ferite e come guarirle"



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